sabato 15 novembre 2008

Aspettarti a casa

Cosi’ sarai, come questo bimbo che sta camminando sul marciapiede.
Avra’ dieci anni ed e’ carico di due zaini che non gli stanno sulle spalle insieme. Troppa roba da portarsi dietro quando si va a scuola poi quando piove proprio non ce la si puo’ fare. La strada per arrivare a casa e’ troppo lunga e le scarpe sono sempre bagnate. Poi se le stringhe si slacciano meglio lasciarle cosi fino a casa. Fa freddo ed essere sudato dopo ginnastica in questo giubbotto di due taglie piu grande e’ proprio scomodo.
Io saro’ a casa ad aspettarti. Con la vasca piena d’acqua calda ed il te’ sul fornello.
Mentre stai arrivando pensero’ che quello che ti sto insegnando e’ la voglia di casa.
Creare ed essere parte di un mondo speciale che ti desidera e a cui non devi dimostrare nulla. Richiede sforzo. La strada a piedi fino a casa. E ci saranno giorni come questo in cui ti sentirai solo ed abbandonato perche’ nessuno mai ti viene a prendere. Anche a me e’ successo. Ma imparerai la bellezza di sentire le chiavi di casa in tasca tintinnare.
Un giorno o forse molti giorni ti capitera’ che smettera’ di piovere. Potrai chiudere l’ombrello e vedrai un raggio di luce che spezza le nuvole e che mai avresti visto se ti fossi venuto a prendere in macchina. Io spegnero’ il fornello per il te’ perche’ sapro’ che te la prenderai comoda. E mi dovro’ anche incazzare, che fine hai fatto e perche’ non hai chiamato. Saro’ felice invece come un bambino perche’ tu stai diventando te stesso passando attraverso di me. Passando attraverso quelle cose che ho fatto anche io, per quei piccoli errori per cui pensi non ci sia nulla di sbagliato. Ma che devi imparare a sostenere ed amare come la tua prima piccola emozione privata. Sara’ anche mia.
E’ strano. Per qualche motivo ci sono cose che puoi insegnare. Ed altre che so che ti verranno insegnate per il solo fatto che anche tu avrai questa cosa che ci passiamo di padre in figlio e ci portiamo dentro. E’ una cosa ingombrante che ti trascinera’ per la vita e non ti fara’ dormire la notte ma ti dara’ la netta percezione di qualcosa di assoluto che ti porti dentro. La certezza di sapere sempre che cosa vale di piu’. Come questa casa, questi muri che nono ti conoscono ancora. E se mi guardo dentro e’ proprio questa cosa che ora mi rende uomo. E mi permette di fare delle scelte difficili senza alcun tentennamento perche’ ho la certezza che non avro’ mai un rimorso. So di potere sbagliare ma che le cose che ho fatto sono state il meglio che potevo fare per il momento in cui le ho vissute.
Ti auguro in bocca al lupo per questo e per tutto il resto.

lunedì 11 febbraio 2008

niente di nuovo

Ancora una volta le tue mani entreranno senza bussare.
Non opporro' nessuna resistenza e lasciero' che tutto passi come deve, come e' sempre stato. Ne usciremo forse una buona volta.
Smettero' di passare sotto casa tua la notte.
Mi tagliero' i capelli e mi faro' la barba e cosi' e' gia' un giorno migliore.
Chiudero' questa valigia sporca, logora ma resistente e la portero' via.
Ci mettero' dentro questi panni vecchi e stanchi, questi sogni a meta' che
ingorgano la mente e ne tolgono il respiro per niente. Per scoprire che non sei niente di diverso da una pagina di giornale gia' vecchia, niente che una debole scia di profumo. Tu non cambi vite e neanche la tua, dopotutto, e' molto diversa da prima.
Non regali emozioni e non mi sorprendi piu'. Ne' piu' ti voglio capire e capire tanto meno il perche' tu non senta cosa ti sta succedendo dentro e ancora di piu' cosa potrebbe succedere. Siamo sangue e calore. Non ti sei ancora resa conto?
Io mi rendo conto e qui mi spendo. Per il mio sangue e per il mio calore. Contro questa bestiale sensazione di essere nel posto sbagliato , sempre e comunque. Mi scavo la mia nicchia calda con le unghie, a forza di ore. E spero che un giorno mi passi.
Cosa saremmo potuti essere ora? Quale era il finale di partita? Saresti stata una buona madre di sicuro. E forse io avrei rinunciato alla ambizione per cogliere le cose preziose che sulla strada mi avresti dato. O forse no. Non c'e' rimpianto, solo curiosita'.Il fatto e' che ora siamo in questa vita.
Siamo storti e rigidi come binari al sole.
Feriti ed induriti.
Ma ogni tanto filtra una crepa di luce e mi ricorda che abbiamo diviso qualcosa che ci avrebbe plasmato, che ci avrebbe reso cio' che piu' siamo oggi. Ci avrebbe insegnato a soffrire di piu' per sentire di piu'. Cosi' siamo oggi nelle nostre foto.

giovedì 3 gennaio 2008