lunedì 11 febbraio 2008

niente di nuovo

Ancora una volta le tue mani entreranno senza bussare.
Non opporro' nessuna resistenza e lasciero' che tutto passi come deve, come e' sempre stato. Ne usciremo forse una buona volta.
Smettero' di passare sotto casa tua la notte.
Mi tagliero' i capelli e mi faro' la barba e cosi' e' gia' un giorno migliore.
Chiudero' questa valigia sporca, logora ma resistente e la portero' via.
Ci mettero' dentro questi panni vecchi e stanchi, questi sogni a meta' che
ingorgano la mente e ne tolgono il respiro per niente. Per scoprire che non sei niente di diverso da una pagina di giornale gia' vecchia, niente che una debole scia di profumo. Tu non cambi vite e neanche la tua, dopotutto, e' molto diversa da prima.
Non regali emozioni e non mi sorprendi piu'. Ne' piu' ti voglio capire e capire tanto meno il perche' tu non senta cosa ti sta succedendo dentro e ancora di piu' cosa potrebbe succedere. Siamo sangue e calore. Non ti sei ancora resa conto?
Io mi rendo conto e qui mi spendo. Per il mio sangue e per il mio calore. Contro questa bestiale sensazione di essere nel posto sbagliato , sempre e comunque. Mi scavo la mia nicchia calda con le unghie, a forza di ore. E spero che un giorno mi passi.
Cosa saremmo potuti essere ora? Quale era il finale di partita? Saresti stata una buona madre di sicuro. E forse io avrei rinunciato alla ambizione per cogliere le cose preziose che sulla strada mi avresti dato. O forse no. Non c'e' rimpianto, solo curiosita'.Il fatto e' che ora siamo in questa vita.
Siamo storti e rigidi come binari al sole.
Feriti ed induriti.
Ma ogni tanto filtra una crepa di luce e mi ricorda che abbiamo diviso qualcosa che ci avrebbe plasmato, che ci avrebbe reso cio' che piu' siamo oggi. Ci avrebbe insegnato a soffrire di piu' per sentire di piu'. Cosi' siamo oggi nelle nostre foto.