E dopo 5 anni sono qui a fare i cartoni con questo pezzo di vita.
Mi sembra di avere dato tanto. Onestamente tanto.
Nei cassetti ci sono avanzi di anni passati. Una gita ad Amsterdam dove non
siamo mai arrivati, un colino del te per le sere davanti al computer e molti fogli
scribacchiati con tentativi di capire qualcosa.
E' stato tempo CONSUMATO fino all'osso. Mai un rimorso per qualcosa che potevo fare diversamente o meglio perche' veramente ce l'ho messa tutta. E dove ho fallito e' stato
perche' di piu' non si poteva fare. Forse in altri momenti, forse altre persone avrebbero potuto ma io no. Ho dato quello che avevo da dare cosi, onestamente.
Non c'e' altro modo di descrivere tutto questo.
Ho avuto alcuni compagni di strada che sono stati amici e mi sono stupito. E gli ho voluto bene. Mi mancheranno molto.
Sono stati anni consumati in cui ho dovuto scegliere chi essere e molte volte ho rinunciato alla vita fuori per un ideale di conoscienza che non raggiungero' mai.
Poco importa. Non direi che e' stato tempo sprecato ma usato diversamnete. E soprattutto
usato profondamente fino ad arrivare al punto che ora tutto questo, tutto quello che ho fatto e che ho creato non mi interessa piu'.
Vorrei recuperare un po' di quella vita vera, vita fuori che non sono piu' in grado di
prendermi. E' come se la mia anima si fosse rattrappita in un piccolo, miserabile punto.
Dove vado spero di riuscire ad aprirmi un po' al mondo perche' devo fare crescere questa emotivita' bambina e ancora inadatta alla vita.
Intanto ho capito tante cose. Ho capito cosa sono capace di fare e soprattutto quello che non posso diventare agli occhi degli altri.
Ci ho provato ad essere un "genio". Qualcuno per un po' e' sembrato spingermi a farlo.
Ma non ho zoccoli ne muscoli da cavallo da corsa.
Piuttosto la tempra di una bestia da tiro.
Volutamente od obbligatoriamente ignorante.
Da quaggiu' tutto sembra diverso e vorrei che fosse ignorantemente piu' facile.
Non so come ho fatto ad arrivare fino a qui, forse non ci sarei mai dovuto arrivare per capire di non essere adatto ma io sono cosi': mi devo sporgere sul precipizio per
annusare la paura.
E cosi' in quell'aula tutti l'hanno saputo: non sono un cavallo da corsa. E forse per loro neanche una bestia da tiro. Semplicemente rappresento quella indifferenziata mediocrita' che permette a loro, pochi eletti, di essere nell'empireo dove risiedono.
Non provo rimorso o invidia, piuttosto la fredda percezione della differenza oggettiva tra esseri umani: alcuni sono fatti esattamente per qualcosa. Altri non lo sono. E nello specifico credono di essere cio' che non sono.
Fare i cartoni e' un po' come mettere tutte le ambizioni qui dentro, in questa scatola. E' come mettere le notti al computer, le sere in laboratorio, l'entusiasmo per qualcosa che sembrava essere una scoperta dentro un cartone e scegliere la vita fuori. Senza paura ma anche senza entusiasmo.
Avevo detto a G. che questi cinque anni sarebbero stati solo una parentesi per sfogare la mia curiosita' poi ad un certo punto avevo creduto che tutto cio' potesse diventare la mia vita. Ora non piu'. Da fuori avevo avuto una splendida lucidita'.
domenica 25 gennaio 2009
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